Tachicardia notturna: cause, sintomi e soluzioni

La tachicardia notturna è un fenomeno che porta a un aumento anomalo dei battiti cardiaci durante il sonno e potrebbe determinare ansia e panico in chi ne soffre.

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Donna affetta da tachicardia notturna

La tachicardia notturna si ha quando c’è un superamento dei 100 battiti al minuto durante il riposo. Questa condizione può presentarsi in modo isolato o diventare cronica. Inoltre, si può parlare di una condizione essenziale o secondaria a una patologia. Non di rado la tachicardia notturna determina l’esordio di altre problematiche che possono incidere non solo sul riposo ma anche sulla qualità della vita in generale. In questo articolo esploreremo le cause dell’aumento notturno dei battiti cardiaci, i sintomi di tale condizione e quando chiedere aiuto al medico.

1. Definizione di tachicardia notturna
2. Sintomi della tachicardia notturna
3. Principali cause della tachicardia notturna
4. Diagnosi della tachicardia notturna
5. Strategie per la gestione della tachicardia notturna

Definizione di tachicardia notturna

Il normale ritmo cardiaco è definito sinusale e si annovera tra 60 a 100 battiti al minuto (bpm). Si parla di tachicardia in presenza di un’accelerazione di questa frequenza, in particolare quando si superano i 100 bpm. La tachicardia notturna c’è quando l’incremento dei battiti si manifesta durante le ore del riposo, prevalentemente la notte.

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Sintomi della tachicardia notturna 

Il soggetto che soffre di tachicardia notturna spesso viene svegliato da sintomi molto fastidiosi, che possono creare irrequietezza. Infatti, i battiti cardiaci maggiormente frequenti o irregolari vengono avvertiti dal soggetto, ciò può creare paura, panico e ansia, inoltre, in concomitanza a ciò ci potrebbe essere un senso di oppressione toracica e respiro corto. Quando questa condizione si manifesta spesso si può assistere alla compromissione del benessere della persona. 

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Principali cause della tachicardia notturna

Le cause che possono determinare tachicardia notturna sono molteplici. Si parla di patologie, non necessariamente cardiache, ma anche condizioni psicologiche momentanee che turbano la persona. Qui di seguito analizzeremo le differenti circostanze una per una.

Patologie cardiache

La tachicardia notturna è un sintomo comune a differenti patologie che colpiscono il cuore, in tali circostanze questa pompa non riesce a portare abbastanza sangue in periferia. Le malattie che annoverano questo come sintomo sono:

  • Fibrillazione atriale o ventricolare che determina l’attivazione rapida e caotica del tessuto cardiaco e aumenta il rischio di trombi.
  • Flutter atriale, in tal caso gli atri e i ventricoli si contraggono in modo scoordinato, ciò determina una riduzione della gittata cardiaca e una non ottimale irrorazione periferica.
  • Extrasistoli, un’aritmia cardiaca dovuta ad alterazioni dello stimolo elettrico.

Questi disturbi richiedono un monitoraggio attento e frequente per evitare gravi complicazioni.

Ansia e stress

Quando ansia e stress diventano croniche potrebbero favorire la comparsa di tachicardie notturne. Infatti, spesso le preoccupazioni si presentano proprio in piena notte e provocano risvegli agitati. I pensieri attivano il sistema nervoso autonomo, responsabile anche della regolazione del cuore. Qualora lo stress sia cronico si potrebbero manifestare anche attacchi di panico: eventi improvvisi di paura accompagnati da pensieri ansiosi e da sintomi fisici, tra cui la tachicardia.

Apnea notturna

L’apnea notturna è un disturbo del sonno in cui si verificano interruzioni temporanee del respiro, che determinano una riduzione dell’ossigenazione del sangue e un conseguente aumento della frequenza cardiaca. In questo caso le tachicardie notturne sono un meccanismo compensatorio di questa problematica.

Caffeina

Un consumo eccessivo di caffeina, soprattutto nelle ore pomeridiane e serali, può interferire con il sonno e favorire la tachicardia notturna. Questa sostanza presente in varie bevande, come tè e caffè, infatti, stimola il sistema nervoso e aumenta la frequenza cardiaca, tutto ciò rende difficile al corpo rilassarsi. 

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Ipertensione notturna

L’ipertensione è una condizione in cui la pressione è elevata, questa problematica può presentarsi anche esclusivamente la notte, in quanto la posizione supina favorisce il ritorno venoso al cuore e lo mette sotto sforzo. Un sintomo di tale problematica è la tachicardia.

Alterazioni ormonali

Gli ormoni sono dei messaggeri che regolano alcune attività del corpo, quindi, in caso di disregolazione potrebbero anche aumentare la frequenza cardiaca. Le circostanze in cui si determina tachicardia notturna sono: menopausa, in cui c’è una riduzione degli ormoni sessuali femminili, e disfunzioni tiroidee, in particolare ipertiroidismo.

Cattiva digestione e reflusso

Problematiche dell’apparato gastrointestinale possono dare tachicardia notturna. In particolare i pasti molto abbondanti inducono il corpo a concentrare l’afflusso sanguigno a livello di stomaco e visceri, quando ci sono cibi difficili da digerire il processo si allunga e può perdurare anche dopo l’addormentamento e determinare sintomi fastidiosi. Tra questi si annovera la tachicardia notturna ma anche il reflusso, la nausea e i dolori di stomaco

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Diagnosi della tachicardia notturna

La diagnosi di tachicardia notturna richiede una valutazione medica. Normalmente ci si rivolge a un dottore quando la sintomatologia diventa invalidante: gli episodi sono frequenti e gravi, i sintomi interferiscono con le attività quotidiane, si avverte dolore al petto o si è investiti da svenimenti.

Si consiglia di prenotare una visita presso un centro in cui operano più figure, non solo un cardiologo ma anche esperti nelle patologie del sonno. Sarebbe opportuno che nel centro ci siano anche altre figure sanitarie, come psicologi, che potrebbero essere una valida risorsa in presenza di ansia e stress. Per comprendere la causa della tachicardia notturna si potrebbero dover fare degli esami strumentali, i più richiesti in tali circostanze sono:

  • Elettrocardiogramma dinamico o holter cardiaco, un esame che, di norma, dura 24 ore. Si applica un dispositivo dotato di elettrodi molto simile a un elettrocardiogramma in grado di registrare i dati a intervalli di tempo regolari. Questo permette di vedere quando si verificano le tachicardie e quanto sono frequenti.
  • Esame del sangue, in seguito a un prelievo ci si pone l’obiettivo di rilevare quei valori alterati che possono determinare problematiche cardiache, si parla della concentrazione degli elettroliti ed enzimi tiroidei.
  • Polisonnografia, un esame importantissimo per valutare differenti parametri durante il sonno. Si può svolgere in un ambulatorio oppure presso il proprio domicilio. Consente di monitorare: il battito cardiaco, l’attività cerebrale, i livelli di ossigeno nel sangue, la pressione arteriosa e anche il russamento. Si utilizza spesso per valutare l’apnea notturna ma può essere impiegato per approfondire anche altri disturbi del sonno. 

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Strategie per la gestione della tachicardia notturna

Per far fronte alle tachicardie notturne il medico potrebbe proporre differenti alternative, si parla di farmaci ma anche buone abitudini o tecniche di rilassamento. Vale la pena analizzare tutte le possibili alternative.

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Farmaci per la tachicardia notturna

In presenza di patologie conclamate lo specialista prescrive dei farmaci, quelli indicati per regolarizzare la frequenza cardiaca sono prevalentemente i beta-bloccanti, mentre in presenza di un’ansia patologica si potrebbero consigliare degli ansiolitici. Se il problema sono le apnee notturne le strategie di trattamento sono varie, quella maggiormente utilizzata è costituita dalla ventilazione meccanica a pressione positiva o da trattamenti odontoiatrici.

Modifiche dello stile di vita

In presenza di tachicardie notturne non legate a patologie si possono proporre modifiche dello stile di vita. Da tale punto di vista si potrebbe:

  • seguire una dieta bilanciata, evitando pasti particolarmente ricchi, soprattutto la sera, e ridurre l’utilizzo di caffeina prima di andare a dormire. Anche bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno aiuta ad attenuare tale problema in quanto ottimizza l’equilibrio elettrolitico.
  • Fare un’attività fisica regolare, perché riduce lo stress ed è benefica per la salute cardiovascolare.
  • Seguire delle abitudini che si ripetono sempre uguali ogni giorno, ad esempio svegliarsi e andare a dormire a specifici orari. 

Tecniche di rilassamento per la tachicardia notturna

Anche le tecniche di rilassamento potrebbero migliorare le tachicardie notturne, soprattutto se queste sono dovute a una condizione di ansia e stress. Si parla di meditazione o yoga, queste, agendo sulla respirazione consentono di attenuare il nervosismo e l’ansia e ridurre la frequenza cardiaca. In tale ambito si può parlare, inoltre, di terapia cognitivo-comportamentale (CBT), un ramo della psicoterapia che, tramite differenti strategie, aiuta ad annullare i pensieri negativi e attenuare gli attacchi di panico e di conseguenza le tachicardie notturne.

La tachicardia notturna può rappresentare una problematica che si ripete di frequente e mina la qualità di vita di chi ne soffre. Non si tratta di una condizione da sottovalutare ma che dovrebbe essere indagata in modo più approfondito, meglio se da un’equipe di professionisti che operano in un centro del sonno, così verranno indagate in una sola volta più aree. In presenza di una diagnosi il medico potrà proporre una terapia farmacologica ma anche solo una modifica delle abitudini o dei sistemi per ridurre ansia e preoccupazioni, aspetti che potrebbero determinare l’esordio del problema.

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Fonti e riferimenti

Investigators. Nocturnal Cardiac Arrhythmias in Heart Failure With Obstructive and Central Sleep Apnea. Horvath CM, Fisser C, Floras JS, Sossalla S, Wang S, Tomlinson G, Rankin F, Yatsu S, Ryan CM, Bradley TD, Arzt M; ADVENT-HFChest. 2024 Dec;166(6):1546-1556. doi: 10.1016/j.chest.2024.08.003. Epub 2024 Aug 20. PMID: 39168180. [PubMed]

The Association between Nocturnal Cardiac Arrhythmias and Sleep-Disordered Breathing: The DREAM Study. Selim BJ, Koo BB, Qin L, Jeon S, Won C, Redeker NS, Lampert RJ, Concato JP, Bravata DM, Ferguson J, Strohl K, Bennett A, Zinchuk A, Yaggi HK. J Clin Sleep Med. 2016 Jun 15;12(6):829-37. doi: 10.5664/jcsm.5880. PMID: 26951420; PMCID: PMC4877315 [NIH]

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