Il sonno del bambino: una guida completa per un riposo sereno
Il sonno del bambino è un processo che si modifica con la crescita ed è fondamentale per il suo sviluppo fisico e mentale.
Il sonno del bambino rappresenta un elemento cruciale per il suo sviluppo neurocognitivo, comportamentale e fisico. Evolve con la crescita e segue fasi ben precise; nei primi mesi di vita è irregolare e dominato dalla fase REM, mentre con il tempo diventa più strutturato. Contrariamente a quanto accade nell’adulto, il sonno in età pediatrica è caratterizzato da una maggiore variabilità e da cicli più brevi e frequenti, la cui struttura evolve significativamente durante i primi anni di vita. Una comprensione approfondita delle fasi fisiologiche del sonno infantile, dei disturbi più comuni e delle strategie per promuovere un riposo di qualità è fondamentale per supportare la crescita armoniosa del bambino e il benessere dell’intero nucleo familiare.
Accompagnare un bambino verso un riposo sereno significa offrirgli una base solida per crescere sano ed equilibrato, riducendo anche lo stress genitoriale associato alla deprivazione di sonno. Stabilire una routine serena, favorire l’addormentamento autonomo e affrontare eventuali disturbi del sonno con strategie adeguate può fare la differenza. Con pazienza e costanza, i genitori possono aiutare i propri figli a dormire meglio, migliorando così la qualità della vita di tutta la famiglia.
Questa guida è pensata come un supporto autorevole, basato sulle più recenti linee guida e raccomandazioni della medicina del sonno pediatrica, per orientarsi con competenza tra i bisogni fisiologici del bambino e le migliori prassi educative. L’ articolo nasce con l’obiettivo di fornire informazioni aggiornate e validate scientificamente sul tema, affrontando in maniera sistematica i diversi aspetti legati al sonno del bambino: dalle differenze con il sonno adulto, all’organizzazione del riposo nei primi mesi di vita, fino ai disturbi più frequenti e agli interventi efficaci per migliorare l’igiene del sonno. Ogni fase evolutiva comporta esigenze specifiche e, pertanto, è importante che genitori e caregiver siano consapevoli dei cambiamenti fisiologici che interessano il sonno nei neonati, nei lattanti e nei bambini in età prescolare.
1. Differenze tra il sonno del bambino e dell’adulto
2. Il sonno dei neonati
3. Il sonno del bambino tra 6 e 12 mesi
4. Il sonno del bambino tra 1 e 5 anni
5. Quali sono i più frequenti disturbi del sonno del bambino
6. Come migliorare il sonno del bambino
Differenze tra il sonno del bambino e dell’adulto
La principale differenza tra il sonno del bambino e quello dell’adulto risiede nella durata dei cicli del sonno, questi alla nascita sono di circa un’ora mentre con la maturità arrivano fino a 90-120 minuti. La composizione di ogni ciclo, invece, rimane pressoché inalterata in quanto si alternano due fasi
- Sonno non REM che a sua volta si articola in:
-
- Sonno leggero.
- Fase intermedia, in cui il riposo comincia a diventare più profondo.
- Sonno profondo in cui, oltre alle onde theta, appaiono quelle delta.
- Sonno REM in cui si sogna perché il cervello rielabora le informazioni acquisite durante il giorno.
Con l’avanzare dell’età si fa più fatica ad addormentarsi e si ha maggiore difficoltà a riprendere sonno se ci si sveglia durante la notte. Invecchiando, inoltre, si dorme meno e il sonno è poco profondo, questo perché si riduce la durata della fase REM che nei bambini e nei neonati è molto più presente perché è importante per lo sviluppo cerebrale.
Il sonno dei neonati
Nei primi mesi di vita il sonno del bambino è caratterizzato da una struttura irregolare e frammentata. Un neonato dorme mediamente tra le 14 e le 17 ore al giorno, distribuite in cicli di circa 50-60 minuti in cui si alternano la fase non REM e quella REM. Subito dopo la nascita il bambino non riesce a distinguere il giorno dalla notte, infatti, il suo ritmo circadiano non è ancora completamente sviluppato. Ciò succede perché la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno, si stabilizza solo tra il 3° e il 4° mese di vita. Ecco perché inizialmente i neo-genitori saranno chiamati a ridestarsi molte volte durante la notte, ma con il passare del tempo il sonno del neonato si strutturerà e risulterà maggiormente affine con le esigenze dei genitori, che sono soliti stare svegli nelle ore diurne e riposano la notte.
Consigli per regolarizzare il ritmo circadiano
Il ritmo circadiano rappresenta l’orologio biologico che regola i cicli di sonno e veglia. Per aiutare il bambino a discernere tra giorno e notte quando la produzione di melatonina inizia a regolarizzarsi si può:
- Esporre il neonato alla luce naturale durante il giorno.
- Creare una routine per pasti e sonnellini.
- Evitare di accendere luci artificiali intense prima di dormire, infatti la sintesi della melatonina è indotta dal buio.
Il sonno del bambino tra 6 e 12 mesi
Con la crescita il sonno del bambino diminuisce leggermente, da 17 ore al giorno si riduce a 12-15 ore e si allungano i cicli del riposo. Anche il numero di risvegli notturni diminuisce, se in alcuni periodi la loro frequenza torna ad essere alta è bene indagare su fattori esterni e interni che possono essere i responsabili di questo fenomeno. Durante le ore diurne il bambino tende a stare più tempo sveglio in maniera continuativa anche perché è interessato a ciò che succede intorno a lui. A questa età diventa cruciale stabilire una routine della nanna, ovvero un’insieme di attività rilassanti che segnalano al bambino che è ora di dormire. Queste abitudini aiutano a consolidare il ritmo circadiano e favoriscono un addormentamento più sereno.
Quali possono essere le cause dei risvegli notturni del bambino?
Fino al compimento di un anno di età non è raro incorrere nel fenomeno definito “sleep regression“. In tali circostanze si assiste a numerosi risvegli notturni, nonostante il soggetto abbia ormai regolarizzato il suo riposo. Questa situazione di solito è legata a modifiche del corpo, come la nascita di nuovi denti che creano dolore nel cavo orale, ma anche a cambiamenti delle abitudini. Il sonno del bambino, infatti può essere influenzato dall’arrivo di fratelli o sorelle, dall’assenza di una figura di riferimento come la mamma, che tornerà a lavoro, dalla frequenza dell’asilo ma anche da scatti di sviluppo e dall’acquisizione di nuove capacità, come gattonare o camminare.
Il sonno del bambino tra 1 e 5 anni
Nei bambini di età compresa tra 1 e 5 anni il sonno si stabilizza ulteriormente, con una durata totale che varia tra le 10 e le 14 ore. In questo periodo il sonno REM si riduce progressivamente, mentre aumenta quello non-REM. Proprio durante questo intervallo di tempo possono apparire alcuni disturbi del sonno, tra cui le parasonnie, che includono episodi di sonnambulismo, terrore notturno e risvegli confusionali. In questo periodo il ruolo del genitore non è tanto quello di favorire l’addormentamento ma, piuttosto, quello di incoraggiare l’addormentamento autonomo, evitando che il bambino per rilassarsi abbia necessariamente bisogno di un adulto.
Quali sono i più frequenti disturbi del sonno del bambino
Il sonno del bambino a partire dai 2 anni di età potrebbe essere interrotto da parasonnie: comportamenti anomali che si manifestano quando il riposo è più leggero, quindi, appena ci si mette a letto o poco prima del risveglio. Principalmente si parla di:
- Sonnambulismo, il soggetto si alza e ha gli occhi aperti come se fosse sveglio ma, in realtà, sta ancora dormendo
- Terrore notturno, il bambino grida spaventato e si agita nel sonno. È importante non svegliarlo perché questo è un disturbo transitorio che tende a risolversi spontaneamente. Provocando un risveglio nel momento in cui il bimbo è in preda al terrore la situazione potrebbe peggiorare.
- Sonniloquio, cioè, parlare nel sonno senza averne coscienza, potrebbe essere correlato anche ad altri disturbi del sonno.
- Risvegli confusionali che si possono presentare al mattino o anche dopo il riposino pomeridiano. Dopo essersi ridestato il bambino appare incerto e poco lucido.
Le parasonnie molto spesso sono condizioni transitorie che tendono a risolversi spontaneamente, adottando buone abitudini o superando un periodo particolarmente stressante. Invece, occorre consultare un medico in presenza di apnea ostruttiva del sonno (OSAS) che si manifesta quando si smette di respirare per pochi secondi mentre si sta riposando. Ciò, oltre che provocare risvegli frequenti accompagnati da un senso di soffocamento, potrebbe dare altri sintomi come: russamento, respirazione irregolare e sonno. Le cause che determinano l’esordio delle OSAS nei bambini sono differenti, tra queste si possono citare malformazioni anatomiche e obesità, in ogni caso è importante avere una diagnosi medica per intraprendere una strategia efficace che consenta di risolvere la problematica.
Come migliorare il sonno del bambino
Il sonno del bambino con la crescita tende a stabilizzarsi in autonomia, quindi, a meno che non ci siano specifiche problematiche, è importante avere pazienza e attendere che gradualmente diventi più regolare. In presenza di risvegli molto frequenti che non consentono ai bambini e ai neonati di riposare abbastanza, però, si possono mettere in pratica alcune strategie:
- Creare dei rituali da fare prima di coricarsi che si ripetono giorno dopo giorno sempre uguali. Questi sono costituiti da differenti azioni da eseguire in sequenza, come lavarsi i denti, mettersi il pigiama, leggere una storia della buonanotte e così via.
- Evitare attività che possano turbare, eccitare o stancare eccessivamente il bambino prima di andare a letto che possono rendere più difficile l’addormentamento o essere foriere di incubi e sogni brutti.
- Non spostare il bambino da un giaciglio temporaneo, come il divano, al suo letto ma condurlo direttamente nel luogo dove si sveglierà il mattino dopo quando è assonnato. Ciò evita di creare confusione o spavento in caso di risvegli improvvisi.
- Preparazione del letto e dell’ambiente in cui riposa. Allestire correttamente la culla o il lettino non è solo una misura di sicurezza, ma una vera e propria strategia per favorire un sonno più sereno e continuo. Il letto deve essere comodo, accogliente e strutturato in modo da ridurre al minimo i rischi, creando un contesto favorevole al rilassamento e al consolidamento del ritmo sonno-veglia.
- Ottimizzare l’igiene del sonno, quindi evitare schermi che emettono luce blu prima di mettersi a letto, tenere la camera a una temperatura tra i 16 e i 18°C, controllare che la stanza sia silenziosa e non ci siano fonti di luce che possano disturbare il riposo.
- Evitare cene troppo pesanti e non somministrare alimenti o bevande eccitanti, come quelle a base di caffeina o troppo ricche di zucchero
I rumori bianchi sono una delle strategie più utilizzate dai neo-genitori per favorire il rilassamento dei neonati. Dopo la nascita, infatti, può succedere che il bambino sia irrequieto, non riesca a dormire o sia particolarmente nervoso. I suoni continui, monotoni e costanti, come la pioggia, il phon o il battito cardiaco, possono aiutare il neonato a calmarsi e addormentarsi più facilmente.
Fonti e riferimenti
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