Sindome delle apnee notturne: diagnosi, sintomi e trattamenti
La sindrome delle apnee notturne, conosciuta anche con l’acronimo OSAS, è un disturbo respiratorio che si verifica durante il riposo. Tale condizione è caratterizzata da episodi ripetuti di ostruzione parziale o totale delle vie aeree superiori che portano a una temporanea interruzione del respiro.
La sindrome delle apnee notturne può avere gravi conseguenze sulla qualità della vita in quanto determina un sonno frammentato. Questa situazione, inoltre, può favorire l’aumento di alcune patologie come quelle cardiovascolari e quelle metaboliche. Conoscere i sintomi delle apnee notturne consente di rivolgersi prontamente a un medico specializzato per un adeguato trattamento. Un trattamento tempestivo, migliora la qualità del sonno, riduce le comorbilità associate e ottimizza il benessere complessivo del paziente.
1. Come riconoscere le apnee notturne
2. Come approcciarsi alla sindrome delle apnee notturne
3. Cause della apnea ostruttiva del sonno
4. Diagnosi della sindrome delle apnee notturne
5. Trattamento dell’OSAS
6. Complicanze della sindrome delle apnee notturne
Come riconoscere la sindrome delle apnee notturne
La sindrome delle apnee notturne è un disturbo del sonno molto comune che spesso viene sottovalutato. Riconoscere prontamente i sintomi che descrivono tale condizione consente di rivolgersi fin dalle prime fasi della malattia a un medico. In particolare, bisogna capire se si verificano le seguenti condizioni:
- Russamento forte e persistente già dai primi minuti di sonno. Dovuto alla vibrazione delle vie aeree superiori quando l’aria attraversa le zone parzialmente ostruite.
- Pause del respiro che si alternano al russamento. Quando c’è un’ostruzione completa delle vie aeree il soggetto tenderà a svegliarsi improvvisamente e verrà colto da una sensazione di soffocamento o di affanno, si tratta di una risposta naturale del corpo che si attiva in seguito a una riduzione dell’apporto di ossigeno. Nella sindrome delle apnee notturne le pause del respiro di norma durano dai 10 ai 30 secondi ma possono essere anche più lunghe.
- Stanchezza e sonnolenza diurna, che può influenzare il rendimento sul posto di ma mette anche a rischio il soggetto quando è alla guida di autoveicoli, in quanto potrebbe determinare un attacco di sonno improvviso.
- Cefalea soprattutto mattutina, causata da una ridotta ossigenazione.
- Irritabilità e cambiamenti d’umore repentini, accompagnati anche da depressione e perdita di memoria.
- Xerostomia o secchezza delle fauci al risveglio in quanto il soggetto tende a respirare con la bocca aperta per favorire l’afflusso di ossigeno.
Come approcciarsi alla sindrome delle apnee notturne
La gestione della sindrome delle apnee notturne richiede un approccio multidisciplinare, per questo motivo è bene rivolgersi a un vero e proprio “centro del sonno” dove sono presenti differenti figure mediche. In tali circostanze non verrà coinvolto solo lo pneumologo ma il suo lavoro verrà affiancato da un otorinolaringoiatra, da un neurologo, da un chirurgo maxillo facciale, un medico di medicina generale e da specialisti in diabetologia ed endocrinologia, qualora siano presenti delle patologie correlate alle OSAS. A questi potrebbero affiancarsi, inoltre, odontoiatri, fisioterapisti, nutrizionisti, ecc. Solamente con un’equipe multidisciplinare si riesce a procedere con un trattamento personalizzato che permette migliorare il sonno e la qualità di vita del paziente.
Cause della sindrome delle apnee notturne
La sindrome delle apnee notturne è dovuta principalmente al rilassamento di muscoli che dovrebbero tenere pervie le vie aeree. In tali circostanze i polmoni cercano di espandersi ma non riescono a causa dell’ostruzione a livello di gola e naso, ciò porta a un aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa ma anche a una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue. Le cause che più di frequente determinano la sindrome delle apnee notturne sono:
- Peculiari conformazioni anatomiche che potrebbero determinare un’occlusione delle vie aeree superiori, in particolare si parla di una lingua molto grande, tonsille ingrossate, un mento arretrato, collo corto e tozzo, una mascella inferiore piccola e stretta, ecc.
- Consumo di alcol o di sedativi che rilassano i muscoli respiratori, ciò può favorire l’esordio di tale sindrome.
- Posizione supina durante il sonno che favorisce il collasso delle vie aeree in quanto la lingua e i tessuti molli vengono spinti verso la parte posteriore della gola rendendo più difficile la respirazione.
Fattori di rischio
Ci sono dei fattori di rischio che predispongono allo sviluppo di sindrome delle apnee notturne, in particolare è bene considerare:
- il peso corporeo, in presenza di obesità si registra un incremento di tessuto adiposo in tutto il corpo, anche nella zona attorno al collo. Ciò può creare una maggiore pressione attorno alle vie aeree, favorendone il collasso. Studi hanno dimostrato che la gravità delle apnee notturne aumenta con l’aumentare del peso corporeo.
- Età e sesso, di norma le OSAS possono manifestarsi in qualsiasi momento della vita anche nei bambini ma hanno una frequenza più elevata nella vecchiaia perché in questo periodo della vita c’è una riduzione del tono muscolare. Inoltre, gli uomini hanno un rischio maggiore rispetto alle donne di essere colpiti da sindrome delle apnee notturne. Dopo la menopausa, però, tale divario si riduce di molto.
- Patologie si parla di reflusso gastroesofageo, acromegalia, angina notturna, ipotiroidismo e ictus che possono favorirne lo sviluppo.
- Presenza di altri casi in famiglia, si è visto che esiste una componente genetica che può predisporre alla sindrome delle apnee, ecco perché durante l’anamnesi il medico chiede al paziente se parenti prossimi soffrono di OSAS.
Diagnosi della sindrome da apnee notturne
La diagnosi della sindrome delle apnee notturne viene fatta da un medico tramite la valutazione di differenti aspetti. Egli, infatti, si baserà sull’anamnesi, sulla sintomatologia lamentata dal paziente e anche sui risultati di alcuni esami.
Di norma, la diagnosi inizia con un’anamnesi dettagliata nella quale verranno registrati i sintomi che il paziente lamenta e quelli individuati da chi condivide con lui la stanza. In tale circostanza si valuta anche la presenza di ulteriori patologie. Oltre a ciò, spesso si misura la circonferenza del collo, si ispezionano le vie aeree superiori e si valuta la pressione sanguigna.
In seguito, il medico può prescrivere una poligrafia dinamica o monitoraggio cardiorespiratorio comunemente detta polisonnografia. Si tratta di un esame che si effettua durante il sonno con un’ apparecchiatura portatile chiamata polisonnigrafo. Lo strumento permette di registrare mentre si dorme il flusso respiratorio, l’ossigenazione del sangue (la saturazione di ossigeno), il battito cardiaco, i movimenti respiratori toraco-addominali e la posizione. La polisonnografia è l’esame gold standard per la diagnosi della sindrome delle apnee notturne. Si tratta di un esame che può essere effettuato in un ambulatorio ma, negli ultimi tempi ma anche a domicilio grazie ad attrezzature portatili e tecnologicamente avanzate.
Per definizione la patologia può essere diagnosticata quando si registrano almeno 5 apnee o ipopnee ogni ora e sono presenti sintomi caratteristici o patologie che si possono associare a questa condizione. In alternativa la diagnosi può essere fatta se si registrano almeno 15 eventi per ora di sonno, indipendentemente da altri sintomi o comorbidità. L’esame polisonnografico inoltre permette di definire anche la gravita della patologia. Per definire la gravità della sindrome delle apnee ci si può basare sui sintomi riferiti dal paziente o su vari indici forniti dalla polisonnografia come quello di apnea-ipopnea (AHI), che indica il numero di episodi per ora di sonno.
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Perche è importante la corretta diagnosi delle apnea ostruttiva del sonno?
Una corretta diagnosi di apnea ostruttiva del sonno (OSAS) è fondamentale per identificare precocemente un disturbo che, se trascurato, può aumentare il rischio di ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete e deficit cognitivi. Il coinvolgimento di specialisti qualificati nella refertazione degli esami, come la polisonnografia, garantisce l’interpretazione accurata dei dati clinici e permette di sviluppare un piano terapeutico mirato. La collaborazione multidisciplinare, che può includere pneumologi, otorinolaringoiatri e odontoiatri, assicura un approccio globale alla gestione della OSAS, migliorando significativamente la qualità della vita e riducendo il rischio di complicanze a lungo termine.
Trattamento
Il trattamento della sindrome delle apnee notturne dipende dalla gravità del disturbo e dalle caratteristiche individuali del paziente. Le opzioni terapeutiche sono differenti, qualora la problematica sia correlata a uno stile di vita non corretto si agirà prima a tale livello e poi verranno proposti dei dispositivi da indossare come il CPAP o, nei casi più gravi, interventi chirurgici per far fronte a questa situazione.
Di seguito sono descritte le principali opzioni di trattamento per migliorare le apnee notturne:
- Modifiche dello stile di vita che prevedono la perdita di peso nei pazienti obesi o sovrappeso e l’eliminazione dell’uso di alcol o sedativi.
- CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) si tratta di un dispositivo utilizzato per il trattamento di OSAS moderate o gravi. Consta di una mascherina che copre naso e bocca ed eroga un flusso d’aria continuo che consente di mantenere pervie le vie aeree durante il sonno. Nonostante l’efficacia di tale trattamento alcuni pazienti non tollerano il CPAP perché è rumoroso e può risultare scomodo.
- Dispositivi intraorali: si tratta di una sorta di bite che sposta la mandibola leggermente in avanti; ciò consente di mantiene pervie le vie aeree. Questi dispositivi sono progettati e realizzati da un dentista specializzato in quanto devono adattarsi alla bocca del paziente.
Nei casi in cui le OSAS sono dovute a specifiche conformazioni anatomiche potrebbe essere necessario un intervento chirurgico. In particolare, si può eseguire:
- l’uvulopalatofaringoplastica (UPPP), cioè la rimozione del tessuto in eccesso dalla parte posteriore della gola, compresa l’ugola.
- La tonsillectomia, quindi la rimozione delle tonsille ingrossate, che possono ostruire le vie aeree.
- La chirurgia maxillofacciale, quindi, il riposizionamento delle ossa della mascella e del palato.
Complicanze della sindrome delle apnee notturne
Individuare la sindrome delle apnee ostruttive del sonno e, di conseguenza, trattarla precocemente è molto importante per prevenire le complicanze. Tale condizione, infatti potrebbe favorire lo sviluppo di alcune patologie, si parla di:
- Ipertensione in quanto frequenti desaturazioni e numerosi risvegli attivano il sistema nervoso simpatico, che può favorire l’aumento della pressione sanguigna.
- Malattie cardiovascolari, in particolare infarto e ictus, perché la difficoltà dei polmoni ad approvvigionarsi di ossigeno può determinare un grande stress sul cuore.
- Diabete mellito di tipo 2 in quanto la sindrome delle apnee notturne può portare allo sviluppo di insulino-resistenza che può degenerare, appunto, in questa malattia metabolica.
Non bisogna dimenticare che le OSAS possono favorire anche la genesi di disturbi cognitivi e l’aumento di incidenti stradali e sul lavoro.
Fonti e riferimenti
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