Apnee notturne e malattie cardiovascolari: qual’è la correlazione e quali sono le conseguenze sulla salute
Se non trattate, le apnee ostruttive del sonno hanno conseguenze anche gravi sulla salute. Scopriamo la relazione tra le apnee notturne e le malattie cardiovascolari, i fattori di rischio e le terapie da adottare.
Sempre più ricerche confermano che esiste una stretta correlazione tra le apnee notturne e le malattie cardiovascolari. Le apnee ostruttive del sonno, nel corso del tempo, possono avere conseguenze anche gravi per la salute ed aumentano il rischio di malattie cardiovascolari. Dormire poco o male comporta un aumento di patologie quali ipertensione, diabete, obesità, infarto e ictus.
Il sonno è una componente fondamentale dello stile di vita e dormire correttamente ha la stessa importanza dell’alimentazione e dell’esercizio fisico. Vediamo in che modo i disturbi del sonno, e in particolar modo l’OSAS, possono influire sull’insorgere di problemi a livello cardiaco e metabolico.
1. Apnee notturne e patologie cardiovascolari
2. Apnee e rischi cardiaci
3. Apnee e tachicardia: impatto sul sistema cardiovascolare
4. Apnee del sonno: come ridurre il rischio di malattie cardiovascolari
5. La correlazione tra le apnee notturne e l’ipertensione
6. OSAS associata a rischi cardiovascolari e ictus
7. Apnee notturne e malattie cardiovascolari: l’importanza della diagnosi e dello screening
Apnee notturne e patologie cardiovascolari
I rischi cardiovascolari legati alle apnee ostruttive del sonno sono molto alti, soprattutto se queste ultime non vengono adeguatamente trattate. Tra le persone che dormono meno di 5-6 ore per notte o che soffrono di disturbi come l’OSAS, sono molto frequenti patologie cardiovascolari e metaboliche, con conseguente incremento dei fattori di rischio.
Le apnee ostruttive del sonno interessano circa il 5% della popolazione mondiale ma nelle persone con oltre 40 anni si arriva a raggiungere anche il 15%. Numeri che sono paragonabili a quelli del diabete.
Le cause di questo disturbo possono essere diverse, le più comuni sono il sovrappeso, la deviazione del setto nasale e una particolare conformazione del palato. Si parla di apnee ostruttive del sonno quando si ha un temporaneo arresto del respiro mentre la persona dorme. Tale blocco può durare anche diversi secondi ma la gravità delle apnee è data dal numero di eventi che si verificano durante il sonno.
L’OSAS non trattata può avere conseguenze molto gravi a carico del cuore, del cervello, dei vasi sanguigni e di altri organi.
Apnee e rischi cardiaci
Russamento, stanchezza continua, mancanza di concentrazione e una minore capacità di performance durante il giorno sono solo alcuni dei sintomi delle apnee ostruttive del sonno. Sintomi che non vengono immediatamente collegati alle OSAS o a un disturbo del sonno e che solitamente non sono percepiti come pericolosi e sottovalutato. In realtà la sindrome delle apnee del sonno ostruttive è una patologia pericolosa poche può provocare gravi effetti sulla salute a livello cardiaco e metabolico. La presenza di apnee notturne causa problematiche cardiache poiché le apnee del sonno provocano una riduzione brusca e intermittente della saturazione di ossigeno nel sangue (ipossia intermittente) e causano una maggiore attivazione del sistema nervoso simpatico. Questo contribuisce allo sviluppo di ipertensione, malattie coronariche, aritmie, scompenso ed fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca, ictus, intolleranza al glucosio e diabete.
Inoltre la presenza di apnee notturne causa alterazioni della frequenza cardiaca ed in particolare bradicardia e tachicardia; in effetti in presenza di apnee notturne inizialmente la frequenza cardiaca diminuisce (bradicardia) e poi successivamente aumenta improvvisamente (tachicardia). L’ alterazione della frequenza cardiaca se non identificata e trattata opportunamente causa aritmia cardiaca ed espone i pazienti affetti da apnee notturne a seri rischi.
Apnee e tachicardia: impatto sul sistema cardiovascolare
La tachicardia, d’altra parte, è una condizione in cui il battito cardiaco è anormalmente accelerato, superando il normale range di frequenza cardiaca a riposo. Questo può essere una risposta del corpo a stimoli come stress, ansia emancanza di ossigeno. Nel contesto delle apnee notturne, l’ipossia causata dalle interruzioni della respirazione può attivare il sistema nervoso simpatico, aumentando la frequenza cardiaca. Questa risposta è una forma di adattamento del corpo per cercare di compensare la mancanza di ossigeno.
L’ipossia cronica e lo stress ripetuto possono contribuire allo sviluppo di condizioni cardiovascolari come l’ipertensione, l’aterosclerosi, le aritmie e l’insufficienza cardiaca. Inoltre, la tachicardia notturna può anche influenzare la qualità del sonno, portando a un ciclo dannoso in cui le apnee notturne aggravano la tachicardia e viceversa.
Le apnee notturne e la tachicardia sono correlate attraverso l’effetto dell’ipossia causata dalle apnee sull’attività cardiaca, e questa correlazione può avere implicazioni significative per la salute cardiovascolare complessiva di un individuo.
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Apnee del sonno: come ridurre il rischio di malattie cardiovascolari
Trattare l’apnea notturna attraverso specifiche terapie come la CPAP o altri approcci può ridurre il carico di stress sul sistema cardiovascolare, normalizzando la respirazione durante il sonno e migliorando la saturazione di ossigeno. Ciò può, a sua volta, ridurre i fattori di rischio cardiovascolare e contribuire a prevenire o gestire condizioni come l’ipertensione, l’aterosclerosi e altre malattie cardiache.
La correzione dell’apnea notturna, in particolare dell’apnea ostruttiva del sonno (OSA), può avere un impatto significativo sulla salute cardiovascolare. Questo perché l’OSA è associata a una serie di fattori che aumentano il rischio di malattie cardiache.
In primo luogo, l’OSA può causare episodi di ipossia e iperapnea durante la notte, dove la respirazione viene interrotta o ridotta. Questo mette sotto stress il sistema cardiovascolare, aumentando la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca per compensare la mancanza di ossigeno. Nel tempo, questo aumento della pressione arteriosa può danneggiare le pareti delle arterie e contribuire allo sviluppo di aterosclerosi, una condizione in cui si formano depositi di grasso sulle pareti delle arterie.
Inoltre, l’OSA può influenzare negativamente il metabolismo dei lipidi, portando a un aumento dei livelli di colesterolo LDL (“colesterolo cattivo”) e trigliceridi nel sangue. Questi sono fattori di rischio noti per le malattie cardiache.
Un altro meccanismo chiave è l’effetto dell’OSA sul sistema nervoso autonomo. Durante gli episodi di apnea, il sistema nervoso simpatico (che regola le risposte di “combattimento o fuga”) può essere attivato in modo eccessivo. Questo può portare a un aumento della produzione di catecolamine, che sono sostanze chimiche che possono influenzare negativamente il cuore e i vasi sanguigni.
Infine, la presenza continua di OSA può anche influenzare l’infiammazione sistemica nel corpo, un fattore che contribuisce al processo di aterosclerosi.
Diagnosi e cura delle apnea notturna
Per eseguire una diagnosi di apnea notturna, è fondamentale coinvolgere un medico specializzato in medicina del sonno. È fondamentale che la diagnosi e il trattamento dell’apnea notturna vengano effettuati da professionisti medici specializzati nel campo del sonno per garantire un’assistenza adeguata e personalizzata per ogni paziente. Spesso, il passo cruciale nella diagnosi di apnea notturna è la polisonnografia . Questo è un esame che monitora varie parametri durante il sonno, tra cui i modelli di respirazione, l’attività cerebrale, la frequenza cardiaca e altri parametri fisiologici. Solitamente, viene eseguito in una struttura specializzata in medicina del sonno e può essere eseguito anche a domicilio del paziente. In alcuni casi, soprattutto per individui che non possono o preferiscono non trascorrere una notte in ospedale, può essere prescritto un monitoraggio del sonno domiciliare.
La gravità dell’OSAS viene valutata attraverso l’indice apnea-ipopnea (AHI), che riguarda il numero medio di apnee e ipnopee per ora di sonno.
La correlazione tra le apnee notturne e l’ipertensione
Le OSAS causano un aumento della pressione sanguigna diurna, indipendentemente dall’età, dal sesso, dall’obesità e da altri fattori. Tra questi, l’obesità è sicuramente quello da tenere maggiormente sotto controllo, poiché rappresenta un fattore di rischio molto alto per chi soffre di ipertensione e di apnee ostruttive del sonno.
La natura causale della relazione tra OSAS e ipertensione viene rafforzata anche da studi clinici che dimostrano che il trattamento più efficace per la cura delle apnee notturne, la terapia a pressione positiva continua delle vie aeree (la CPAP, una mascherina che viene messa sul viso durante la notte che impedisce alle vie aree di chiudersi) può ridurre la pressione sanguigna.
Durante la notte, le apnee e le ipopnee provocano un aumento della pressione e delle attività del sistema nervoso simpatico. A parità di pressione sanguigna, le persone che soffrono di OSAS hanno frequenze cardiache più veloci, variabilità della frequenza cardiaca ridotta e una maggiore variabilità della pressione sanguigna. Tutti indicatori di un aumentato rischio cardiovascolare.
OSAS associata a rischi cardiovascolari e ictus
Diversi studi epidemiologici rivelano un’associazione tra apnee notturne e le malattie cardiovascolari, comprese le aritmie, le malattie coronariche e l’infarto miocardico. Non è solo l’ipertensione il mezzo con cui le apnee ostruttive del sonno possono portare a malattie cardiovascolari. Se non può essere determinato se la malattia cardiaca provoca le OSAS o viceversa, è ormai chiaro che le apnee ostruttive del sonno aumentano significativamente il rischio di ictus e di morte. Circa il 20% dei pazienti con OSAS presenta anche episodi notturni di angina pectoris. La sindrome da apnee ostruttive del sonno è spesso associata a fattori multipli di rischio coronarico, tra cui il diabete, l’obesità viscerale o il fumo.
Quasi la metà delle persone con scompenso cardiaco cronico è affetta da OSAS e hanno una sopravvivenza significativamente ridotta rispetto ad altri pazienti con lo stesso problema. Il 50% circa dei pazienti con fibrillazione atriale (l’aritmia più comune) presenta apnee notturne, così come il 30% delle persone che hanno precedentemente subito un infarto.
Tutto questo significa che chi manifesta di soffrire di OSAS ha il doppio delle possibilità di presentare complicanze cardiache o eventi come infarto o ictus.
Apnee notturne e malattie cardiovascolari: l’importanza della diagnosi e dello screening
Dati i numeri, è evidente che una diagnosi repentina e accurata diventa fondamentale. Sono circa due milioni gli italiani che soffrono di sindrome della apnee ostruttive notturne ma solo il 10% ha avuto una diagnosi corretta. Alcuni test di screening possono essere svolti anche ambulatorialmente, per cui è inspiegabile come si sottovaluti spesso il problema.
Il cardiologo o lo specialista che cura eventuali patologie a carico del sistema cardiovascolare deve interfacciarsi anche con professionisti esperti in disturbi del sonno. Solo un lavoro di equipe consente una diagnosi rapida ed esaustiva.
Anche l’approccio terapeutico deve essere necessariamente multidisciplinare e coinvolgere innanzitutto un intervento considerevole sullo stile di vita, che comprende la perdita di peso, l’attività fisica e l’eliminazione di alcol e fumo. Può essere raccomandato di evitare la posizione supina per dormire e anche di assumere sedativi benzodiazepinici prima di andare a letto. La terapia strumentale prevede invece l’utilizzo di CPAP, che aiuta a tenere sotto controllo la pressione arteriosa, migliorando la prognosi cardiovascolare.
Concludendo, anche se gli studi sulla correlazione tra le apnee notturne e rischi cardiovascolari continuano senza sosta, è opportuno eseguire tutti i controlli con specialisti in disturbi del sonno per evitare complicanze anche gravi.
Fonte e riferimenti
Sindrome delle apnee ostruttive del sonno e malattie cardiovascolari Bentivoglio M, Bergamini E, Fabbri M, Andreoli C, Bartolini C, Cosmi D, Capasso V, Bottini P, Ambrosio G.
Obstructive Sleep Apnea Syndrome and Cardiovascular Diseases. Cristiano Fava1 , Martina Montagnana , Emmanuel J. Favaloro, Gian Cesare Guidi , Giuseppe Lippi.
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